domenica, ottobre 12, 2003

Trovata su un vecchio diario...

"Sogni di cielo e di terra" scritta da Nuvola


In paese la conoscevano tutti: era Martina, la ragazza che cercava quadrifogli. In realtà Martina era una ragazza come tante, andava a scuola, usciva con le amiche. Ma, per tutti, lei era quella sempre assorta vicino ad un’aiuola, china su un prato o sul ciglio di una strada. Con la testa bassa e l’occhio attento, Martina non si lasciava mai sfuggire l’occasione di trovare la magica fogliolina, tenera promessa di un mondo troppo grande. Per Martina un quadrifoglio era il sogno che vinceva sulla realtà, la conferma che credere ai propri desideri non è poi così sbagliato. Quanta speranza aveva dentro Martina. Ma cos’era ciò che stava davvero cercando?

La passione di Paolo era volare. Occhi al cielo in cerca di essere forniti di ali, Paolo era proprio un ragazzo con la testa fra le nuvole. E lì avrebbe voluto essere, sospeso nel vento come un gabbiano, sfrecciante nell’aria come un aereo. Guardare le cose dall’alto per capirle meglio. E poi volare, sentire il vento sulla pelle, tra i capelli, le lacrime di freddo uscire dagli occhi, percorrere le guance, disperdersi nel cielo, insieme alle lacrime di dolore, insieme alla malinconia. “Via, via, fuori tutto. Tutto il peso che ho dentro. Voglio volare leggero, leggero voglio tornare giù”. Questo pensava Paolo mentre camminava col naso all’insù, guardando le rondini volteggiare e rincorrersi nel cielo del tramonto.

Di quadrifogli Martina ne trovava tanti. Ne aveva un mucchio, conservati nei libri, tra le pagine del diario, e talmente tanti ne aveva regalati che oramai, quando ne vedeva uno, lo lasciava vivere, tra gli altri trifogli che non sembravano accorgersi della sua diversità.

I sogni di Paolo erano invece più difficili da realizzare. La sua famiglia non era ricca e di viaggi in aereo non se ne facevano mai. Così Paolo, per provare il brivido dell’altezza, saliva sulla torre del paese. In cima alla torre c’erano quattro finestrelle e Paolo si affacciava a tutte e quattro per guardare il mondo tutto in tondo. Il vento lassù era più forte e gli uccelli volavano davanti al suo naso. Paolo avrebbe voluto volare con loro.

La vita di Martina e Paolo andava avanti così, tra la scuola, gli amici e tutte le cose belle e brutte di quell’età. Martina sempre a testa in giù, Paolo sempre a testa in su.
Arrivò un giorno pieno di sole e di vento. Martina e Paolo camminavano per la strada, uno di fronte all’altro, lentamente. Le rondini garrivano e Paolo le guardava rapito. Il vento muoveva l’erba e Martina la guardava sognante, sicura che almeno un quadrifoglio stesse partecipando a quella danza sinuosa. Immersi nei loro pensieri Paolo e Martina andarono a sbattere, l’uno contro l’altra. Per la prima volta qualcosa, qualcuno all’altezza dei propri occhi aveva richiamato la loro attenzione. Guardando i capelli neri e la carnagione chiara di Martina, Paolo pensò ad una rondine e immaginò di volare con lei sulla terra, senza ali, senza niente. Guardando gli occhi verde prato di Paolo, a Martina venne voglia di correrci dentro. L’emozione li fermò per un attimo, un attimo che nessuno dei due sarebbe più riuscito a dimenticare. Paolo e Martina continuarono a camminare e arrivarono a casa senza guardare né in alto, né in basso. Forse neanche davanti.

Da quel giorno cominciarono a cercarsi. Martina trascurava le aiuole di trifogli e guardava la gente bene in faccia per poter ritrovare quello sguardo in cui aveva visto un grande prato di erba giovane. Paolo era tornato coi piedi per terra ma la sua fantasia volava ancora più in alto di prima. Cercava quei capelli neri in ogni angolo, in ogni giorno di quella primavera, di quell’estate, di quell’autunno, di quell’inverno. Ma il tempo passava e Paolo e Martina non riuscivano a ritrovarsi.

(Continua... forse...)