lunedì, ottobre 06, 2003

Donna via fax di Gabriele Romagnoli

Sette di sera. Solo in ufficio, lampada accesa, testa china. Squilla il telefono, accanto a lui. Non risponde: è l'apparecchio collegato al fax. Sente il foglio frusciare. Si alza, per curiosità, e va a vedere. Sulla carta: un volto di donna, sfumato, occhi chiusi. Come se avesse appoggiato il viso sul piano della fotocopiatrice. Resta, incantato, a guardarlo. Altro squillo, altro fruscio. Una mano, il dorso: due anelli, uno all'anulare e l'altro al medio. Aspetta, con ansia adesso. E arriva una spalla, con l'attaccatura del braccio. La cascata dei capelli, il profilo della caviglia, il retro del ginoscchio. Poi il seno, parti intime. Dispone i fogli per terra, sulla moquette azzurra e compone il mosaico di donna tra le scrivanie vuote. Lavora carponi. Quando ha finito si alza e l'osserva. Meravigliosa. Vorrebbe conoscerla. Il telefono squilla ancora. Va a prendere il nuovo messaggio.
Dalla finestra irrompe un vento furioso che solleva tutti i fogli da terra, li disperde oltre la finestra e li flagella sotto il temporale di ottobre. Lui resta sgomento a guardare, con l'ultimo fax in mano. Poi abbassa lo sguardo e legge: "Puoi proteggermi dalla tempesta?".


(6 ottobre 2003)