giovedì, agosto 14, 2003

ritrovato tra i miei appunti, per caso


Love is the end of waiting di Gabriele Romagnoli

Tutte le persone che hanno perduto qualcuno fanno, prima o poi, lo stesso sogno. Non lo raccontano mai. Neppure tra loro, quando si riconoscono. E' un'esperienza che non diventa patrimonio comune, resta una segreta speranza. Nel sogno, la persona si trova in un luogo sconosciuto, davanti a un paio di scarpe sfondate. Una voce senza volto dice: "Mettile, cammina fino alla fine del mondo e ti sarà dato rivederla/o". La persona sta per calzare le scarpe sfondate quando la voce aggiunge: "Nell'esatto momento in cui la/o rivedrai, non ti sarà più dato svegliarti". Eppure, quella persona non esita, si infila le scarpe sfondate e si avvia per una camminata infinita, con una allegria sconosciuta che il risveglio solo in parte cancella. Quel sogno diventa, nel tempo, un sogno ricorrente.

Non so spiegare perchè un sogno ricorrente sia diverso da quelli che accadono una volta sola. Il mio maestro, Bill Stimson, sapeva, ma non ha avuto tempo di insegnarmi. Nè so dire se questo sogno delle scarpe sfondate con cui arrivare alla fine del mondo, questo sogno del patto con la voce, sia una leggenda o una verità nascosta, delle tante che esistono e salvano dall'inutilità della storia. Io non lo so, non l'ho mai fatto il sogno. Io vengo a sedermi qui, notte dopo notte, nel mio deserto, nel tempo che non c'è. Aspetto. E se adesso racconto del sogno è perchè la vedo arrivare, in una nube di polvere e stanchezza. Dovrei sperare che, come ogni altra notte, si svegli, ma, adesso che la vedo vedermi, mi perdoni, so che non è mai stata così felice.

PAUSA PUBBLICITARIA: "Love - he says - is the end of waiting"
"So is death", she said. Jad El Hage "The Last Migration", il libro più
venduto a Beirut, pubblicatelo in Italia, fatevi questo piacere.


(21 aprile 2003)