mercoledì, dicembre 11, 2002

oggi
Fiaccole d'Italia contro la guerra



Manifestazioni in 260 città nell'anniversario della dichiarazione dei diritti dell'uomo.

Decine di migliaia di persone a Milano, altre migliaia a Bologna, Roma, Napoli, Palermo e in decine di comuni, da Montenero di Bisaccia a Termini Imerese (con gli operai della Fiat in lotta). L'Italia che ripudia la guerra è scesa ancora una volta in piazza, ieri pomeriggio, per chiedere che il nostro paese non prenda parte al conflitto contro l'Iraq. E lo ha fatto, come chiedeva Emergency, portando con sé semplicemente una fiaccola e uno «straccio di pace», proprio nel giorno in cui si è assistito a un'ennesima precipitazione verso il conflitto: ancora un bombardamento angloamericano nel sud dell'Iraq; il blitz della Cia che ha sottratto all'Onu il dossier iracheno sulle armi, provocando la dura reazione irachena; Saddam Hussein che convoca lo stato maggiore della difesa e chiede ai suoi generali di prepararsi alla guerra; il premier inglese Tony Blair che sostiene che non c'è bisogno di un altro voto dell'Onu per attaccare. Ma dalla Norvegia, dove è stato consegnato il premio Nobel per la pace a Jimmy Carter (che ha detto un no secco alla guerra preventiva), agli Stati uniti, dove nell'anniversario della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo si è manifestato in quindici stati (compresa la capitale Washington), all'Italia (dove in centinaia di migliaia hanno manifestato in 260 città grandi e piccole) il movimento pacifista è tornato a far sentire forte la sua voce. Mentre un centinaio di attori di Hollywood (da Kim Basinger a Ethan Hawke, a Martin Sheen) ha spedito alla Casa Bianca una lettera nella quale invita il presidente a rinunciare alla «retorica di guerra» contro l'Iraq. E questa mattina il fondatore di Emergency Gino Strada sarà ricevuto al Vaticano da papa Giovanni Paolo II, al quale nei giorni scorsi aveva inviato una lettera chiedendo «di unirsi a noi con un segno di pace», un gesto che «potrebbe davvero salvare molte vite umane».

et cetera sempre su Il Manifesto, l'unico quotidiano che abbia dedicato uno spazio ampio a queste iniziative