martedì, dicembre 10, 2002

Era già passata mezzanotte, era già oggi, era già 10 dicembre quando la mia pastorella sarda mi ha mandato tramite sms una stupenda poesia di Hikmet. Deve avere avuto un certo sesto senso o non so.
Avevo nove anni quando, in prima media, la imparai a memoria. Avrei dovuto recitarla la mattina del 10 dicembre insieme ad altre poesie, in occasione dell'anniversario della Dichiarazione dei Diritti Umani.
La sera della vigilia ero emozionata. Del resto, era da pochi mesi che avevo fatto il salto dalle elementari alle medie. Era tutto nuovo: compagni, insegnanti, aule, etc.
Il mattino: "Svegliatevi".
Apro gli occhi. La figura che mi si staglia davanti è ancora offuscata dal velo del sonno, poi si fa via via più chiara.
Stupore.
Non è mamma. Non è papà. E' lo zio.
"E mamma e papà?" "Sono dovuti partire stanotte ed andare a Vena, perchè la nonna sta poco bene. Non vi hanno voluto svegliare. Non vi preoccupate comunque" rivolto a me ed alla mia sorellina. "Oggi verrete a pranzare ed a dormire da noi".
Mi preparo per la recita, ma tristi sensazioni m'impediscono di essere entusiasta.
Ora cammino per uno dei corridoi della scuola.
Mia mamma insegna lì, ma in un corso diverso da quello che frequento io.
Mi fermano due sue colleghe: "E' vero che è morta la nonna?" Ed io: "No!! La nonna non è morta! Sta solo poco bene"
Le sensazioni si fanno più prepotenti, ma io mi ostino a non prestare loro ascolto, a cacciarle via.
Della recita delle poesie, tra cui quella di Hikmet, ho ricordi confusi.
Ricordo poi me sul divano della cucina degli zii a piangere.
Esattamente un anno prima avevo perso il nonno paterno. Ora piangevo la perdita della mia nonna materna, la mia nonna preferita...
Non voglio scrivere nè del nonno, nè della nonna. Voglio solo recitare una poesia come allora, ma stavolta dedicarla a loro. E soffermarmi sull'ancora, fiduciosa che non sia un mai.

Il più bello dei mari
è quello che non navigammo.
Il più bello dei nostri figli
non è ancora cresciuto.
I più belli dei nostri giorni
non li abbiamo ancora vissuti.
E quello
che vorrei dirti di più bello
non te l'ho ancora detto


Nazim Hikmet